La costruzione di un piano di rilancio del turismo, il Recovery Fund, le misure a breve periodo per tenere in vita e rilanciare le aziende turistiche, il tema dei canoni demaniali marittimi e del rilancio del settore fieristico. Questi alcuni dei temi al centro del primo confronto in videoconferenza fra il neoministro del Turismo Massimo Garavaglia, il presidente dell’Anci Antonio Decaro, il presidente della commissione Anci turismo Luca Pastorino e il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, delegato Anci al Turismo, che si è svolto ieri pomeriggio.
Un confronto ampio che ha sancito l’attenzione del governo per il contributo che i Comuni possono dare per strategia e azioni sinergiche coordinate.
“Come sindaci – così il presidente Antonio Decaro – sentiamo la responsabilità di farci trovare pronti per la ripartenza del turismo, alla quale ci auguriamo di poter lavorare presto. Abbiamo avviato uno scambio col nuovo ministro e accolto con piacere la sua proposta di riunirci sul tema periodicamente”.
Il sindaco Gnassi, il presidente Pastorino e il presidente dell’Anci Decaro hanno assicurato la piena disponibilità dell’Associazione dei comuni italiani a collaborare con il ministro Garavaglia e con il governo per un confronto costruttivo per affrontare da subito le grandi sfide che attendono un settore messo in ginocchio dalla pandemia e per le azioni di sistema per il rilancio strategico del settore che attendono da anni di essere attuate e che ora non sono più rinviabili.
Mai come adesso il settore turistico ha bisogno di nuovi modelli di sviluppo, fondati sulla preservazione del patrimonio ambientale, artistico e culturale che ne costituiscono le principali chiavi di successo. Il Recovery Fund deve essere lo strumento di rilancio dell’industria turistica oggettivamente la più penalizzata dalla pandemia. È la prima volta che la filiera dell’accoglienza ha l’opportunità concreta di essere considerata settore industriale a tutti gli effetti, a cui approcciarsi con risorse economiche adeguate per sostenerne la competitività, l’ammodernamento, la digitalizzazione, la sostenibilità e la logistica attraverso un piano a breve, medio e lungo respiro.
“Occorre definire – ha commentato Gnassi – un piano strategico e di rilancio dopo una crisi epocale per quello che, non senza retorica, viene spesso considerato il petrolio italiano. Come Anci abbiamo chiesto questo incontro, perché seppur consapevoli del fatto che per competenze assegnate, la materia è delegata alle Regioni, sappiamo anche che poi, di fatto, i fautori e i player determinanti sono proprio i Comuni: dalle norme urbanistiche ed edilizie per le imprese turistiche in senso lato, da quelle ricettive, a quelle di scambio e commercio, alla rigenerazione urbana di prodotto turistico. Occorre, a nostro modo di vedere, agire sull’emergenza turismo su due piani. Nel breve periodo tenere in vita le aziende turistiche: decreto ristori con indennizzi equi e mirati, incentivi fiscali del superbonus 110% estesi anche alle strutture ricettive, sostegno attraverso le politiche per il lavoro per chi è in difficoltà, un grande piano di investimenti per la concessione di contributi a fondo perduto per l’ammodernamento delle strutture ricettive e delle imprese turistiche, iniziative di sostegno e facilitazioni di accesso al credito per le imprese turistiche, sostegno e agevolazioni fiscali per le imprese di settore, investimenti per lo sviluppo digitale. Bene la proroga del bonus vacanza al 31 dicembre, ma chiediamo che questa agevolazione possa diventare strutturale fino a quando saremo usciti definitivamente da questa crisi. Parlare di “sistema Italia” per noi significa anche che Regioni e Comuni non si muovano in ordine sparso. Prendiamo ad esempio il tema dei canoni demaniali marittimi. Come noto, sta determinando enormi problemi e incertezze nei Comuni, tali da generare sul territorio nazionale comportamenti e azioni amministrative non omogenee e uniformi, anzi diverse non solo fra Regione e Regione, ma anche fra Comuni della stessa Regione. L’esposizione dei Comuni rispetto a un quadro di regole non certe né chiare è altissima, aggravata anche dall’emergenza sanitaria che sta mettendo in ginocchio le imprese turistiche e necessita di urgente attenzione da parte del governo e del Ministero competente. A destare preoccupazione anche lo stato del sistema fieristico italiano, fra i settori più gravemente colpiti dal perdurare della pandemia. L’aiuto al settore fieristico non è un tema che può essere ignorato e affidato solamente alla responsabilità degli enti locali: il rafforzamento del settore deve essere uno snodo cruciale del progetto di rilancio del Paese”.