“Incontro importante, occasione di confronto in un luogo di decisione, perchè almeno inverte il metodo rispetto al passato: ma è comunque tardivo, visto che ci chiamano stasera per un decreto che dovrebbe passare stasera stessa”. E’ quanto ha detto il presidente dell’Anci Abruzzo Gianguido D’Alberto all’uscita della seduta a Palazzo Chigi tra il Presidente del consiglio Giuseppe Conte, e una delegazione del governo, i responsabili dei territori delle regioni dell’Italia Centrale colpita dal sisma.
“Lo spazio per mettere mano è tardivo – prosegue il sindaco di Teramo D’Alberto – ora sistemiamo i tempi futuri, ma siamo coscienti dei passi avanti, e che questa è una base di partenza: che per la prima volta c’è un decreto dedicato, che è quello che chiedevamo noi”. “Ci convince la norma sulla ricostruzione privata, che anticipa la concessione del contributo e con controlli a campione, diciamo sul solco della Scia. Per il resto bene la proroga dell’emergenza al 2020, ma la chiediamo triennale”, spiega D’Alberto.
“Noi comuni per esempio chiediamo che la proroga dell’emergenza abbia validità per almeno 3 anni, ossia che ci permetta di lavorare in un triennio col bilancio -prosegue D’Alberto – perché l’emergenza ci sarà ancora a lungo. Pochi i 200 rinforzi di personale assegnati ai comuni con lo Sblocca Cantieri per le pratiche della ricostruzione; così come non c’è nulla sulla ricostruzione pubblica, né norme per agevolare il settore produttivo. Ma è altrettanto importante segnalare che stasera c’è stata un’atmosfera di ascolto delle istanze dei territori: noi per esempio abbiamo chiesto che anche nel decreto di stasera venga messo qualcosa delle nostre richieste”. Ma ciò che i comuni abruzzesi chiedono come visione strategica è che ”il decreto resti autonomo anche nel futuro e non sia inserito nella Finanziaria, anche perché finora in Parlamento non ci hanno mai ascoltati”, sottolinea il presidente dell’Anci abruzzese. (ANSA).
Una governance efficace che coinvolga le Regioni colpite dal sisma del 2016 insieme ai Comuni e l’Anci nella ricostruzione; il tema del personale partendo da norme specifiche sulla riclassificazione delle sedi dei segretari comunali per favorire la loro effettiva copertura nelle zone del sisma; ancora la semplificazione delle norme per favorire sia la ricostruzione pubblica che quella privata. Sono questi i temi nodali affrontati nel corso dell’incontro che una delegazione dell’Anci ha avuto oggi pomeriggio a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Conte sul decreto sisma. A guidare la delegazione il sindaco di Senigallia e presidente di Anci Marche, Maurizio Mangialardi, insieme con il segretario generale Veronica Nicotra, e i sindaci Gianguido D’Alberto di Teramo, Nicola Alemanno di Norcia e Antonio Fontanella di Amatrice.
“Abbiamo molto apprezzato la possibilità offerta dal presidente Conte che ci ha ascoltato prima della predisposizione di un documento che ci riguarda: è un fatto mai accaduto prima e solo per questo da apprezzare”, ha affermato Mangialardi. “All’interno del decreto che approda stasera in Cdm ci sono risposte importanti ma come Anci abbiamo avanzato proposte che possono essere utili in fase di conversione per dare una maggiore efficacia a questo strumento normativo”, ha aggiunto.
Nello specifico sul personale l’Anci ha sollecitato anche una nuova dotazione straordinaria di dipendenti tecnici e amministrativi a tempo determinato per rafforzare l’organico degli uffici e ha evidenziato la necessità di assicurare il pronto turnover del personale interessato da ‘Quota 100’.
Da parte sua il sindaco di Teramo ha parlato del decreto come “di una buona base di partenza che va però notevolmente ampliato nei contenuti. Abbiamo finalmente ottenuto un provvedimento ma le misure introdotte, seppur positive, non corrispondono a tutte le esigenze”. In particolare, secondo D’Alberto, “vanno sbloccate tutte le funzioni amministrative comunali così da consentire in modo coraggioso l’avvio della ricostruzione pubblica”. A partire dalla proroga dello stato di emergenza che “deve essere almeno triennale per permettere di svolgere una programmazione supportata da garanzie e certezze”, ha sottolineato.
Il sindaco di Norcia Nicola Alemanno ha ribadito la richiesta avanzata dall’Anci di prevedere una deroga specifica al funzionamento della Conferenza permanente dei servizi per la ricostruzione. “Va permesso alla Conferenza di poter operare in deroga sia alle norme del testo unico edilizio che a quello ambientale – ha spiegato – . Solo in questo modo le amministrazioni comunali potranno realizzare interventi complessi in territorio distrutti e in piena emergenza”.
“Il decreto legge che uscirà dal Cdm sarà probabilmente insufficiente a risolvere le tante problematiche, lo abbiamo fatto presente al Presidente Conte che ha convenuto con noi l’opportunità di intervenire in maniera concreta in fase di conversione”, ha affermato il sindaco di Amatrice, Antonio Fontanella. “Aspettiamo e vediamo cosa succede, di certo è cominciato finalmente quel dialogo a tutti i livelli istituzionali che è la sola via per uscire dal tunnel di una ricostruzione che, ad oggi, appare ancora troppo complessa”.