Innovare la vita dei cittadini tramite appalti innovativi, veloci ed efficaci da calare su piccoli borghi e Comuni sotto i 60mila abitanti.
Obiettivo, accelerare la crescita del Paese innovando il contesto imprenditoriale del territorio nazionale e generando al tempo stesso un impatto positivo sull’efficienza della pubblica amministrazione. Il programma generale è Smarter Italy al cui interno si inserisce da oggi il segmento “Borghi digitali” che sperimenterà le soluzioni innovative del programma anche su Comuni di minore dimensione.
Le soluzioni per i piccoli Comuni prevedono, come per le grandi città, tre aree di intervento ovvero:
- smart mobility ossia miglioramento dei servizi per la mobilità di persone e cose nelle aree urbane;
- valorizzazione dei beni culturali, vale a dire valorizzazione economica e turistica delle aree di rilevanza storica e artistica;
- benessere sociale per migliorare lo stato psico-fisico dei cittadini.
Il programma di innovazione Smarter Italy, voluto da Mise, Miur e Mid, con Agid come soggetto attuatore ed Anci quale ente ‘facilitatore’ nei confronti dei Comuni interessati, guarda quindi anche ai piccoli Comuni, definiti “borghi del futuro” dalla ministra per l’Innovazione Paola Pisano presente alla teleconferenza di presentazione dell’iniziativa. “Oltre ad aiutare le città a crescere dal punto di vista dell’innovazione – ha detto la ministra – vogliamo rivitalizzare i piccoli centri, ricchi di cultura e storia che però stanno inesorabilmente spopolandosi. I tre filoni di intervento – ha continuato la Pisano – ci auguriamo possano aiutare il Paese a focalizzare le competenze e attrarre aziende e innovazione. Vogliamo rendere le amministrazioni locali – ha aggiunto la ministra – protagoniste della digitalizzazione, così da permettere loro di affrontare in modo innovativo i problemi legati ai luoghi dove vivono i cittadini”.
La ministra Pisano, ringraziando Anci “per la proficua collaborazione sia su questo programma che sulle azioni che da tempo si mettono in campo per la digitalizzazione delle Pa”, ha concluso il suo intervento parlando di normativa. “Senza studiare gli strumenti innovativi e di come questi si applicano alla vita quotidiana della comunità non si possono fare norme di riferimento. Bisogna studiare gli impatti, verificare che siano positivi e solo dopo costruire norme adeguate alla velocità dell’innovazione individuata”.
Ma su cosa verteranno e a chi saranno rivolti questi appalti innovativi?
Innanzitutto la loro promozione rientra tra gli obiettivi prioritari dell’Agenda digitale italiana e fanno parte delle linee d’azione del piano triennale per l’Informatica nella pubblica amministrazione 2019/2021. Con la firma del recente protocollo Mise-Mid-Mur, per l’attuazione di una politica basata sulla domanda pubblica, il governo ha ridato slancio a questi strumenti prevedendo un budget totale di 50 milioni di euro.