(Regioni.it 3553 – 19/02/2019) Anche il prossimo anno scolastico la netta maggioranza degli studenti frequenterà il liceo, seguito dagli istituti tecnici e dai professionali. I dati di quest’anno (iscrizioni 2019/20) consolidano una tendenza già in corso da tempo, è infatti dal 2014 che i licei superano la metà delle preferenze, così come non è nuova la tendenza al calo delle iscrizioni nei professionali: è dello -0,4 la riduzione in punti percentuali della quota di ragazzi che hanno scelto i professionali rispetto all’anno scorso.
Se questi aspetti sono abbastanza noti, è forse meno diffusa la consapevolezza di quanto sia forte il legame tra scelta del percorso di studi e mobilità sociale e intergenerazionale. Di questo si occupa in particolare uno studio messo a punto da dalla fondazione Openpolis con l’impresa sociale ‘Con i Bambini’ nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa
minorile. Sulla scelta se abbandonare gli studi, fa notare il dossier, incide la condizione economica, sociale e culturale del nucleo familiare di origine. Ma anche la scelta di quale percorso di studi intraprendere non è indipendente dalla provenienza del minore. Ha una correlazione con diversi fattori, tra cui la condizione sociale, professionale e culturale dei genitori.
Questi trend sono stati messi in evidenza dalle ricerche sull’argomento. Si tratta – osservano i relatori dello studio – di un fenomeno negativo, perché contribuisce a riprodurre e ad aggravare le disuguaglianze già esistenti nella società. Se la scelta tra liceo e professionale dipende dalla condizione sociale dello studente ciò genera, anche nella percezione degli studenti, due canali di istruzione, uno di serie a e serie b. Aspetti confermati dalle analisi sulle aspettative degli alunni che frequentano le scuole.
Lo studio evidenzia poi che tra le regioni con più iscritti nei professionali emergono due gruppi distinti. Uno caratterizzato da alte iscrizioni ai professionali e abbandono contenuto (Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Veneto). In queste regioni gli iscritti ai professionali superano il 20% e gli abbandoni si attestano al 10%, soglia che costituisce l’obiettivo europeo. In Sicilia e in Sardegna gli abbandoni superano il 20%. In un altro nucleo di regioni coesistono insieme una percentuale sopra la media di iscritti ai professionali e un alto abbandono scolastico precoce. Tra queste Sicilia, Sardegna, Campania e Puglia. Basilicata e Liguria si collocano a metà strada tra i due gruppi, dato che gli abbandoni sono in linea con la media nazionale.
Lo studio di Openpolis:
Perché le iscrizioni a scuola parlano anche di mobilità sociale