Prende avvio un nuovo progetto del CDCA Abruzzo – Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali tutto incentrato sul valore delle fasce ripariali lungo il fiume Feltrino e sulle buone pratiche da adottare nell’agricoltura e nel turismo del territorio. Il progetto è stato finanziato dalla “Fondazione Tavola Valdese – Ottopermille” e avrà la durata di un anno.
La vegetazione ripariale è fondamentale nell’ecosistema fluviale: trattiene nutrienti, svolgendo una funzione depurativa; consolida gli argini, prevenendo l’azione erosiva; tutela la biodiversità, fungendo da rifugio e corridoio ecologico, e limitando la proliferazione di alghe invasive, grazie all’ombreggiatura che garantisce anche l’equilibrio termico delle acque.
Il fiume Feltrino non gode di buona salute. Il bacino del Feltrino rappresenta un sistema territoriale complesso e caratterizzato da elementi al contempo di degrado e di pregio, soprattutto potenziale. Come da aggiornamento della situazione territoriale del 2017 nel bacino del Feltrino prevale un generale degrado ambientale, dovuto principalmente alla scadente qualità delle acque, alla forte contrazione della superficie boscata o comunque impegnata da vegetazione naturale, al periodico abbandono di rifiuti di varia natura, all’impraticabilità dei luoghi a scopi turistici e ricreativi, al dissesto idrogeologico drammaticamente accentuatosi a seguito di eventi meteorici estremi, alla perdita di biodiversità e di paesaggio.
Abbiamo bisogno di un cambiamento innanzitutto culturale, che rimetta al centro quelle periferie marginalizzate e bistrattate che sono diventate i fiumi. È per questo che a partire dal 2015 il CDCA Abruzzo, insieme ai sei comuni che insistono sul bacino idrografico e ad altri enti, si è impegnato per la realizzazione del Contratto di Fiume Feltrino, giungendo nel 2017 alla sua stipula e sottoscrizione e proponendo, negli anni a seguire, azioni di contrasto al degrado ambientale e per la riqualificazione fluviale e territoriale.
Ciò che vogliamo fare con il progetto Ripariamoci! è innanzitutto aggiornare la conoscenza sullo stato attuale del territorio: qualità delle acque, attività produttive, modalità agricole, flussi turistici, condizione delle fasce ripariali, specie vegetali esistenti, ecosistemi da tutelare. Aggiorneremo, infatti, l’analisi territoriale del Feltrino per elaborare una mappa georeferenziata dei tratti con maggiori criticità e bisogno di intervento. In un secondo momento vogliamo andare a studiare quelle realtà in cui la corretta gestione delle fasce ripariali ha già portato beneficio all’agricoltura e al turismo. Riteniamo fondamentale coinvolgere chi sul Feltrino conduce anche un’attività economica e dimostrare che svolgerla in equilibrio con l’ecosistema fluviale può creare benefici alle stesse: l’attrattività della zona e il lavoro agricolo pagano il prezzo di un fiume dissestato e inquinato. L’obiettivo principiale di Ripariamoci!, infatti, è elaborare un manuale operativo che possa essere messo a disposizione di agricoltori e operatori turistici per avvicinarli all’importanza di adottare alcune pratiche di gestione e miglioramento delle fasce ripariali e ai benefici che queste apportano. Faremo un’azione di ripiantumazione di un tratto di fascia ripariale con il coinvolgimento dei proprietari terrieri, delle associazioni di agricoltori e operatori turistici per spiegare che tipo di intervento si può fare e come può essere adottato il manuale. Crediamo che solo con una gestione collettiva del fiume la riqualificazione del territorio, a partire dalle fasce ripariali, può essere mantenuta nel tempo da chi vive sul territorio e grazie al territorio.
Ripariamoci! è una richiesta, un grido d’allarme, il tentativo di costruire alleanze con la natura e la collettività che la abita. Vogliamo mettere a dimora nuove piantine che rigenereranno le fasce ripariali, ma anche un altro modo possibile di vivere in sintonia e in equilibrio con i fiumi nel Bacino del Feltrino.
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