La situazione che si sta determinando sulla autostrada A14 è inaccettabile, si muovano i Prefetti e le altre Istituzioni per soluzioni tecniche alternative ai sequestri.
La situazione che si sta determinando sulla autostrada A14 è inaccettabile. Da mesi in molti tratti si creano pesanti rallentamenti causati dai sequestri dei viadotti da parte dell’Autorità giudiziaria. In questi giorni di festività il traffico si sta paralizzando, con tempi di percorrenza che arrivano anche a cinque ore per 150 chilometri.
La chiusura del traffico pesante del tratto Pescara Nord/Pineto-Atri ha prodotto una situazione insostenibile in quanto i Tir sono costretti a transitare sulla Statale 16 nel tratto tra Pineto, Roseto, Silvi. A tal proposito, i Sindaci si stanno mobilitando e noi siamo al loro fianco.
Al traffico che caratterizza questo tratto e che è sempre molto intenso si aggiunge, in questi giorni di festività, il maggior traffico derivante dal rientro dei tanti nostri corregionali che vivono per lavoro o studio fuori regione, e ciò crea un’enorme disagio.
Senza un intervento risolutivo questa situazione rischia di protrarsi per un tempo ancora indeterminato, provocando un danno gravissimo ai nostri collegamenti con il resto del Paese con pesanti ripercussioni sulla nostra economia, nonché sulla nostra vita civile e sociale.
Il collegamento autostradale adriatico è una infrastruttura nazionale, pertanto il disservizio che si sta producendo e l’enorme effetto sulla circolazione deve essere affrontato come emergenza nazionale.
Ritenendo necessario che si muovano tutte le Istituzioni interessate, facciamo un appello ai Prefetti affinché promuovano una iniziativa coordinata con il MIT, le Regioni e l’Autorità giudiziaria tesa a trovare una via d’uscita, cercando soluzioni tecniche alternative a quelle dei sequestri già posti in essere che, avendo scopo cautelativo e finalizzati all’accertamento della sicurezza autostradale, non dovrebbero determinare una situazione di così grave disagio.
Contatterò le altre Anci Regionali interessate chiedendo di arrivare ad analoghe iniziative.
L’Abruzzo non merita di essere trattato come una terra residuale, ma meritevole di maggiore giusta attenzione, anche perché già martoriata dal sisma.