“La rete del Sai dopo 22 anni di attività ha caratteristiche precise e si pone come un modello di accoglienza flessibile esemplare a livello internazionale. Proprio alla luce del suo percorso evolutivo, sono necessari degli adeguamenti che consentano di superare alcuni affaticamenti burocratico-organizzativi. Anci ha avanzato proposte puntuali che mirano innanzitutto a dare continuità temporale ai progetti superando il limite della triennalità, ci auguriamo di poter trovare una intesa con il ministero affinché diventino operative per il 2025”. Lo ha evidenziato il segretario generale Anci Veronica Nicotra, nel suo intervento alla presentazione del 22^ Rapporto Sai che si è svolto oggi in Anci alla presenza del prefetto Laura Lega, capo Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno. Secondo Nicotra, “è necessario assicurare la maggiore stabilità possibile sia al sistema di accoglienza nel suo complesso che agli operatori che vi operano nei singoli progetti, con fondi certi e stabili.
Solo così il modello del Sai, che ha la sua forza proprio nella capacità di adattarsi al meglio alle diverse tipologie di persone da accogliere, potrà diventare davvero strutturale come la norma prevede. Nello stesso tempo è importante che le esperienze di questi anni possano tradursi in regole ordinamentali generali che consentano di coniugare in modo virtuoso la collaborazione istituzionale tra Stato ed enti locali, insieme al terzo settore”.
Intervenendo alla presentazione del Rapporto, il prefetto Laura Lega ha ribadito il valore del modello italiano di accoglienza “apprezzato a livello europeo perché realizza una collaborazione corale tra le istituzioni che sfocia in progetti di accoglienza concreta, di cui il SAI è fattore essenziale. I dati presentati oggi testimoniano percorsi di integrazione riusciti grazie a progetti ‘sartoriali’ resi possibili proprio dal ruolo degli enti locali che, insieme al terzo settore, orientano gli interventi in relazione alle caratteristiche dei territori su cui insistono”. Sul tema dei costi dei progetti il prefetto Lega ha annunciato l’avvio di una commissione di studio con Anci ed Istat per elaborare parametri oggettivi. “Vogliamo arrivare ad una standardizzazione dei tempi con uno scadenzario preciso per l’avvio di nuovi progetti”, ha concluso, auspicando una partecipazione sempre maggiore dei Comuni alla costruzione della rete SAI e valorizzandone anche la funzione nella gestione dei corridoi umanitari come percorso di arrivo sicuro e programmabile.
Questi i numeri dell’accoglienza secondo il rapporto Sai presentato oggi.
Beneficiari della rete SAI. Sono state 54.512 le persone accolte nei progetti SAI, con un aumento di 2,4% rispetto all’anno precedente. Il 76,9% (41.923) dei beneficiari sono stati accolti nei progetti per accoglienza ordinaria; il 21,2% (11.550) nei progetti per minori stranieri non accompagnati; il 2% (1.039) nei progetti per persone con esigenze di carattere sanitario e disagio mentale. Il 90% delle persone accolte nel SAI nel 2023 ha meno di 40 anni: le fasce d’età più rappresentate sono quelle che vanno dai 18 ai 25 anni (30,3%) e quella dai 26 ai 40 anni (31%). 16.209 i minorenni accolti, pari al 29,7% dei beneficiari.
I beneficiari accolti nel 2023 provengono da oltre 100 Paesi, in prevalenza africani e asiatici. In crescita il numero di persone provenienti da Ucraina, Egitto, Afghanistan e Tunisia. Oltre a queste nazionalità rimane elevato il numero di persone provenienti da Nigeria, Bangladesh, Pakistan, Costa d’Avorio, Gambia e Somalia.
In coerenza con le recenti modifiche normative, che orientano sempre più il Sistema verso la presa in carico delle famiglie e delle vulnerabilità, si registra un aumento di ospiti di genere femminile (25% del totale) e delle persone affette da disabilità (+58%) e disagio mentale (+28%). La rete SAI è anche il sistema di riferimento per la presa in carico e inclusione dei minori stranieri non accompagnati. Quasi 12.000 i MSNA accolti nei 5977 posti a loro dedicati, con un incremento, nel biennio, del 43%.
Infine, per quanto riguarda la tipologia di permessi di soggiorno, si evidenzia una significativa riduzione dei beneficiari titolari di protezione internazionale (che passano dal 37% del 2021 al 26% del 2023), a fronte di un significativo aumento dei titolari di protezione speciale, pari al 15% nel 2023, quasi raddoppiati in due anni.
Composizione della rete SAI.
Quasi un Comune su 4 (1953 Comuni) è interessato dalla rete SAI, tra cui tutte le città metropolitane. Oltre il 50% sono piccoli Comuni, sotto i 5.000 abitanti, coinvolgendo in misura significativa le aree interne del Paese. Sono 529 gli enti attuatori che, in partenariato con i Comuni, attuano materialmente i progetti personalizzati di accoglienza e inclusione sociale, grazie al lavoro di più di 22.000 operatori coinvolti, di cui il 62% è donna.
SLIDE DEI RELATORI – SCARICALE QUI