Nelle aree a pericolosità elevata risiede il 4,1% della popolazione nazionale e ricade il 7,8% dei beni culturali, mentre il 7,4% dei Comuni ha almeno il 20% della superficie in area allagabile. Il Rapporto ISPRA, recentemente presentato, focalizza le condizioni di pericolosità da alluvione in Italia e gli indicatori di rischio associati, evidenziando che circa il 5,4% del territorio nazionale ricade in aree potenzialmente allagabili, secondo uno scenario di probabilità/pericolosità elevata e questa percentuale sale al 14% in caso di scenario di probabilità/pericolosità bassa. Nelle aree a pericolosità elevata risiede il 4,1% della popolazione nazionale e ricade il 7,8% dei beni culturali, valori che raggiungono rispettivamente il 20,6% e il 24,3% nelle aree potenzialmente allagabili con bassa probabilità. Il 7,4% dei Comuni italiani spiega il report – ha almeno il 20% della superficie in area allagabile in caso di scenario di probabilità elevata. Dati consultabili sul sito dell’Istituto (https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-sulle-condizioni-di-pericolositada-alluvione-in-italia-e-indicatori-di-rischio-associati/). Dalle analisi contenuto nello studio emerge che le Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Calabria sono quelle in cui le percentuali di territorio potenzialmente allagabile risultano superiori rispetto a quelle calcolate alla scala nazionale. In particolare, per lo scenario di pericolosità elevata, sono la Calabria con il 17,1% del territorio regionale e l’Emilia Romagna con l’11,6%, le Regioni con le maggiori percentuali di territorio potenzialmente allagabile. In queste Regioni, la Provincia di Crotone è quella con maggiori percentuali di aree allagabili e popolazione esposta, mentre Ferrara è la Provincia in cui la popolazione esposta a rischio di alluvione, in caso di scenario di pericolosità media e bassa, è il 100% di quella residente. Percentuali simili (99,1%) si riscontrano nella Provincia di Rovigo in Veneto nel caso di scenario di bassa probabilità di alluvione. In Veneto (21,2%) e Liguria (18,6%) si registrano le maggiori percentuali di beni culturali esposti a rischio di alluvioni per lo scenario di pericolosità elevata, rispetto al totale di beni culturali presenti nei relativi territori regionali. La Provincia di Venezia è in Veneto quella con il maggior numero in percentuale di beni culturali esposti a rischio di alluvione per tutti gli scenari di probabilità, con un minimo di oltre il 60% per lo scenario di probabilità elevata a un massimo di circa l’80% per quello di probabilità bassa. In Liguria è la Provincia di Savona quella con maggiore percentuale di beni culturali esposti per tutti e tre gli scenari di pericolosità. Nel più vasto ambito del dissesto idrogeologico, la gestione e la mitigazione del rischio di alluvioni sono senza dubbio le componenti più rilevanti considerata l’estensione dei territori soggetti a pericolosità da inondazione e per gli impatti che gli eventi alluvionali sono in grado di causare a beni e persone segnando, anche drammaticamente, il nostro Paese. Il Rapporto dell’ISPRA fornisce un quadro aggiornato al 2020 delle conoscenze riguardanti le condizioni di pericolosità e di rischio di alluvione in Italia. Partendo dal contesto normativo di riferimento europeo e nazionale e dagli adempimenti derivanti, sono descritte le attività che nel corso di due sessenni (i cosiddetti “cicli di gestione” previsti dalla normativa per la revisione dei Piani di gestione del rischio di alluvioni e dei relativi strumenti conoscitivi) le Autorità Competenti (Autorità di Bacino Distrettuali, Regioni, Province autonome, MiTE, ISPRA, DPC) hanno svolto e svolgono ai fini dell’implementazione della Direttiva Alluvioni e i risultati che ne sono conseguiti. Oltre che alla scala nazionale, il quadro conoscitivo fornito nel Rapporto è dettagliato rispetto ai diversi livelli amministrativi e alla scala di Distretto Idrografico e di Unità di Gestione, gli ambiti territoriali di riferimento della pianificazione di bacino.
Fonte: Ispra
Masetti e Pizzarotti: “Dati Ispra confermano le criticità segnalate da tempo. Urgente intervenire”
“I dati odierni diffusi dall’Ispra confermano il quadro sconfortante rispetto agli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico. Il Piano ProteggItalia è rimasto, di fatto, inattuato per una serie di ragioni che l’Anci, non oltre un anno fa, aveva segnalato all’allora ministero dell’Ambiente, chiedendo un urgente intervento di riordino”. E’ quanto dichiarano Paolo Masetti e Federico Pizzarotti, rispettivamente delegato Protezione civile e presidente della commissione Ambiente dell’Anci, commentando il rapporto 2021 Ispra sulla pericolosità associata a frane, alluvioni e sull’erosione costiera dell’intero territorio italiano.
“E’ noto – ricordano Masetti e Pizzarotti – come le frane ricadano sul ‘confine amministrativo’ comunale mentre le competenze, da anni, sono delle Regioni. Quello che Anci chiede da tempo è trasparenza e programmazione, investimenti gestiti a livello locale con unità di progettazione a supporto dei Comuni, una rete di coordinamento territoriale per la verifica dello stato di esecuzione degli interventi, assieme al superamento delle gestioni straordinarie e alla semplificazione del procedimento, così come serve semplificare e incentivare la manutenzione del suolo”.
“Le nostre proposte – ricordano gli esponenti Anci – erano contenute nella relazione dalla Corte dei Conti dello scorso anno sugli interventi delle amministrazioni dello Stato per la mitigazione del rischio idrogeologico. Le ribadiamo oggi, consapevoli di quanto sia fragile il nostro territorio e dell’esposizione della gran parte dei Comuni al rischio frana e alluvione. E perché sappiamo quanto costano, in termini economici e di perdita di vite umane, gli eventi che sempre con maggiore frequenza si manifestano nel nostro Paese”, concludono Masetti e Pizzarotti.