Questo pomeriggio il Presidente Anci Abruzzo Gianguido D’Alberto è intervenuto nel corso della Commissione regionale Statuto, nell’ambito delle audizioni che la stessa commissione sta portando avanti in merito al progetto di riforma della legge elettorale regionale.
D’Alberto ha espresso quelle che sono le criticità evidenziate dai primi cittadini di fronte a quella che si configura più come una nuova legge elettorale che come una mera modifica e che va a incidere in maniera importante sul tema della rappresentatività e rappresentanza dei territori.
“Quelle di cui stiamo discutendo oggi sono modifiche che vanno a trasformare in maniera sostanziale l’assetto attuale – ha evidenziato il Presidente Anci Abruzzo – e che cambiano profondamente il rapporto tra l’istituzione regionale e le comunità locali. Per questo riteniamo che il tempo del confronto extra consiliare non possa e non debba essere compresso ma, al contrario, allargato attraverso un’interlocuzione sui territori da parte della commissione statuto, che tenga conto di tutte le problematiche. Infatti nell’audizione abbiamo sollecitato l’intervento anche su un tema molto sentito dagli amministratori locali e relativo all’ineleggibilità alla carica di consigliere regionale dei sindaci dei comuni con popolazione superiore ai 2000 abitanti”.
Tema sul quale a fine Gennaio l’Anci ha presentato una proposta di modifica della legge regionale n. 51 del 2004, relativa alle disposizioni in materia di ineleggibilità, incompatibilità e decadenza dalla carica di consigliere regionale. “L’attuale normativa, per come è strutturata – ha proseguito il Presidente di Anci Abruzzo – di fatto si concretizza in una disparità di trattamento nei confronti dei sindaci e dei territori da questi ultimi rappresentati. Per questo, con la nostra proposta di modifica della legge 51, abbiamo chiesto l’abrogazione della parte del comma 1 dell’articolo 2 che prevede l’ineleggibilità dei primi cittadini, ferma restando l’incompatibilità per i comuni con popolazione superiore ai 2000 abitanti. In subordine abbiamo chiesto la modifica dei tempi per la rimozione della causa stessa. Oggi, infatti, i sindaci per potersi candidare sono costretti a dimettersi in un tempo che non è certo, vista la previsione della norma del termine di 90 giorni prima della data di presentazione delle candidature che in quel momento non è ancora stabilita da un Decreto di convocazione delle elezioni regionali. Questo, ovviamente, oltre a sollevare dubbi di costituzionalità sulla norma, produce un danno enorme per i comuni amministrati, per i quali con le dimissioni del sindaco scatta il commissariamento. Chiediamo dunque alla commissione statuto di ascoltare la voce dei Sindaci e affrontare concretamente questo importante tema”.
Rispetto alla modifica dell’attuale legge elettorale regionale, nel corso della sua audizione D’Alberto ha evidenziato come a preoccupare maggiormente sia l’introduzione del collegio unico che, senza appositi correttivi, rischia di incidere negativamente sulla rappresentanza e rappresentatività dei territori, in particolare, delle aree interne, oggi garantita, dall’equilibrio nella distribuzione su base provinciale. “Sul merito della proposta in discussione nella Commissione Statuto abbiamo rilevato aspetti quali il possibile aumento dei costi della campagna elettorale, legato all’introduzione del collegio unico, la previsione dell’entrata in consiglio anche del terzo candidato presidente non eletto, che ci avvicina al modello delle elezioni comunali ma introdotta senza la previsione degli altri due strumenti previsti per le comunali che sono il voto disgiunto e il doppio turno e, infine, le liste lunghe, che rischiano di creare una proliferazione di candidati”.