“E’ necessario alzare il livello della qualità della vita nelle aree rurali migliorando l’accesso alle infrastrutture ed incentivare i servizi per le persone e le imprese”. E’ questo l’obiettivo individuato dal Direttore di IFEL Pierciro Galeone nell’ambito del convegno organizzato dalla fondazione “Sviluppo Rurale 2023-2027: quadro programmatico, risorse e ruolo dei Comuni italiani”.
IL DOSSIER E LE PRINCIPALI RIFLESSIONI
Durante il seminario è stato presentato il dossier IFEL “Politiche UE e Sviluppo Rurale nel nuovo ciclo di programmazione – Il ruolo dei Comuni italiani fra opportunità e risorse finanziarie” che offre il quadro programmatico e finanziario delle politiche di Sviluppo Rurale, sia nel biennio di transizione 2021-2022 che per i prossimi quattro anni (2023-2027); con l’approfondimento del ruolo dei Comuni italiani nel nuovo Piano nazionale Strategico della PAC (PSP) 23-27 e rispetto ai principali interventi ad essi destinati nei c.d. Complementi regionali per lo Sviluppo Rurale (CSR) 23- 27.
“Il freno allo spopolamento dei territori – ha ricordato Galeone – ha bisogno di due leve: il rafforzamento del tessuto sociale e il sostegno all’imprenditorialità. L’economia rurale, con il suo intreccio di agricoltura, forestazione ma anche alimentazione e turismo, ha bisogno anche di un’azione coerente delle amministrazioni comunali. Soprattutto se miriamo ad uno sviluppo sostenibile: economico, sociale e ambientale”.
Il Rapporto è stato realizzato al Dipartimento Supporto ai Comuni e Studi Politiche Europee della Fondazione con il supporto di Enrico D’Angellillo, ricercatore ISRI. Tutti i partecipanti alla tavola rotonda, coordinata da Simona Elmo, in forza al Dipartimento, hanno concordato sull’importanza del contributo del FEARS alle strategie territoriali dei Comuni rurali. Contributo non solo in termini finanziari ma anche di metodo.
Dal CREA, struttura tecnica delle Rete Rurale Nazionale, è arrivato una riflessione sulle caratteristiche che dovranno avere le future co-progettazioni basate sul concetto di smart village (Raffaella di Napoli) nonché una forte sottolineatura sul carattere “consapevole” dei processi partecipativi a livello locale (Emilia Reda), mentre Marina Lauri, Presidente del GAL Montagna Appennino in Toscana, ha illustrato le iniziative innovative già sperimentate sul territorio, come i Progetti di rigenerazione di collettività.
La dimensione della partecipazione nei processi di sviluppo rurale è stato il leitmotif anche dell’intervento di Guido Milazzo, fondatore dell’iniziativa Forest sharing, partner economico-sociale, attiva sul tema della valorizzazione forestale. Infine il Sindaco di Contursi Terme, Antonio Briscione, si è soffermato sulla necessità di lavorare sempre su reti lunghe e dense di collaborazione locale quale fattore di successo dei progetti, portando ad esempio le tante iniziative generate dall’intuizione delle Terre dei Parchi, in Campania e Dina Porazzini di ANCI Sardegna si è soffermata sull’utilità di offrire servizi di supporto ai Comuni (in Sardegna sono attivi Sportelli territoriali, gestiti in collaborazione con la Regione) per migliorare la qualità e l’efficienza degli interventi.
Tutti temi richiamati nelle conclusioni di Francesco Monaco, responsabile del Dipartimento IFEL, che ha fissato nella capacità di attuazione la chiave di volta per conseguire realmente gli obiettivi delle transizioni gemelle (digitale e ambientale), del riequilibrio territoriale e della coesione sociale, posti a base di tutti gli investimenti indirizzati alle aree rurali e interne non solo dal FEARS, ma anche dal PNRR e dal nuovo ciclo di programmazione della politica di coesione.
I TEMI
Tra gli aspetti più importanti che emergono dal dossier, si evidenzia che il valore del PSP Italia periodo 2023-2027, il nuovo strumento di governance della nuova PAC post 2020, ammonta a quasi 37 Mld€, di cui circa il 43% sono a disposizione dello Sviluppo rurale. A queste si sommano le risorse aggiuntive assegnate nel c.d. “biennio di transizione 2021 e 2022” ai Programmi di Sviluppo Rurale in vigore, risorse che per l’Italia ammontano a circa 3.921 Mln€ (provenienti dal Quadro finanziario pluriennale UE, dal pacchetto NGEU e da trasferimenti dal I pilastro “Pagamenti diretti” al II pilastro “Sviluppo Rurale” della PAC).
Oltre che come beneficiari diretti degli investimenti co-finanziati, le politiche di Sviluppo Rurale vedono il coinvolgimento dei Comuni anche come parte pubblica di organismi partenariali preposti all’attuazione di progetti di sviluppo locale di tipo partecipativo i c.d. GAL dell’approccio LEADER.
Per il periodo 2023-2027, le risorse destinate alle Strategie di sviluppo locale dell’approccio Leader risultano aumentate rispetto al ciclo precedente, con un incremento di circa 17,5 Mln€ della dotazione media annua e ammontando complessivamente a circa 900 Mln€, pari ad oltre il 5% delle risorse destinate allo Sviluppo rurale ed a quasi il 7% della spesa pubblica a disposizione della programmazione regionale.
Nell’ambito del PSP 2023-2027, gli interventi che vedono come potenziali beneficiari/destinatari i Comuni si concentrano prevalentemente sull’Obiettivo Specifico dedicato ad “innalzare il livello della qualità della vita nelle aree rurali attraverso il miglioramento dei processi di inclusione sociale, della qualità e dell’accessibilità delle infrastrutture e dei servizi, anche digitali, alla popolazione ed alle imprese, in modo da porre un freno allo spopolamento e sostenere l’imprenditorialità, anche rafforzando il tessuto sociale”.
A questo obiettivo sono destinati oltre 1,7 Mld€, pari a circa l’11% della spesa pubblica per lo Sviluppo rurale (FEASR + cofinanziamento nazionale) e ad oltre il 13% della spesa pubblica prevista dalla programmazione regionale dei CSR, in aumento rispetto alla disponibilità media annua della analoga “Priorità 6” del ciclo di programmazione 2014-2020 (comprese le risorse del biennio di transizione 2021-2022).
Considerato l’approccio LEADER e gli interventi diretti ai Comuni nell’ambito dell’obiettivo specifico 8, gli interventi dello Sviluppo rurale di potenziale interesse per i Comuni, da una prima disamina risultano 13, per un totale di spesa stimata pari a 2,3 Mld€, quasi il 15% delle risorse programmate per lo Sviluppo rurale nel Piano nazionale Strategico PAC 2023-2027.