Per tutti i cittadini ucraini che sono entrati e stanno entrando in Italia, il Dipartimento della Protezione Civile – in collaborazione con il Ministero dell’Interno, le Prefetture, le Regioni e gli Enti Locali – sta predisponendo un piano di prima accoglienza per permettere loro la regolare permanenza sul territorio italiano.
Tutte le informazioni al riguardo sono contenute in una scheda, disponibile anche in lingua ucraina e inglese, che illustra gli obblighi sanitari da rispettare per far fronte alla pandemia, a chi rivolgersi per usufruire di un alloggio, le modalità per regolarizzare la propria posizione in Italia, e altre indicazioni utili.
BENVENUTO IN ITALIA (brochure)
WELCOME TO ITALY (brochure)
ЛАСКАВО ПРОСИМО ДО ІТАЛІЇ (Брошура)
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Cari Sindaci,
martedì 8 marzo , come sapete, ho partecipato come presidente Anci Abruzzo alla riunione convocata nella sede della Protezione Civile dal Presidente della Regione e commissario delegato Marco Marsilio sull’emergenza Ucraina. Nel corso della riunione abbiamo condiviso la linea di una gestione dell’accoglienza dei cittadini in fuga dalla guerra che sia si diffusa ma con un coordinamento centralizzato, regionale e poi a cascata sui territori attraverso le Prefetture, con la redazione di un apposito protocollo. Il presidente della Regione ha nominato quale soggetto attuatore l’Agenzia di Protezione civile regionale, nella persona del direttore Mauro Casinghini, che si occuperà di coordinare l’organizzazione del sistema territoriale per gli interventi e per le attività di soccorso e assistenza ai nuovi arrivi, in diretto coordinamento con le Prefetture.
L’obiettivo prioritario, ovviamente, è quello di tracciare i flussi anche in relazione alle esigenze sanitarie e di sicurezza, monitorando costantemente il reale fabbisogno alloggiativo e cercando di gestire al meglio gli spostamenti logistici. In quest’ambito, ancora una volta, saranno fondamentali gli hub vaccinali già esistenti e strutturati sui diversi territori (Avezzano, Sulmona, L’Aquila, Chieti, Lanciano, Pescara e Teramo, con la possibilità di aprirne uno anche a Roseto), che fungeranno da punti filtro. Qui, come illustrato nel corso dell’incontro, si cercherà di indirizzare tutti coloro che arriveranno e coloro che, già da alcuni giorni, hanno raggiunto parenti ed amici in Abruzzo. Come è stato ricordato, infatti, la comunità Ucraina è presente in Abruzzo con numeri importanti: i residenti sono circa 4mila e anche in base a questi numeri si stima un afflusso di profughi importanti. Nell’ipotesi peggiore, se la guerra dovesse proseguire, si potrebbe arrivare secondo le stime a più di 10mila in tutto l’Abruzzo.
Come precisato, tutti coloro che arriveranno dovranno segnalare la loro presenza alle Questure competenti entro 48 ore, per avviare le procedure amministrative, sanitarie e scolastiche previste. A quel punto saranno indirizzati verso gli hub dove saranno sottoposti a un tampone antigenico per verificare il loto stato di salute e invitati a sottoporsi alle diverse vaccinazioni, non solo quella anti Covid. Questo in virtù del fatto che si tratta di una popolazione con una percentuale molto bassa di vaccinazioni. Le vaccinazioni saranno erogate tramite l’iscrizione al regime di ‘straniero temporaneamente presente’ o Stp.
Per quanto riguarda l’esigenza alloggiativa sarà attivato un avviso per strutture da adibire alla residenzialità dei profughi, mentre per quanto riguarda la disponibilità di privati ad accogliere singoli e famiglie in fuga dalla guerra, ovvero a mettere a loro disposizione eventuali alloggi, quest’ultima dovrà essere obbligatoriamente comunicata alle Prefetture competenti per territorio che, insieme agli enti locali, coordinano le attività e i servizi di accoglienza e di mediazione culturale e linguistica.
Come presidente Anci ho ribadito la necessità di mettere in campo un sistema strutturato e univoco anche in termini di informazioni sia interne alle istituzioni che da trasferire alla cittadinanza e ai profughi in arrivo. Inoltre, una volta che il protocollo sulla gestione dell’emergenza sarà pronto, come sindaci dovremo, insieme alle altre istituzioni, darne la massima diffusione istituzionale sui siti degli enti coinvolti, delle associazioni di Protezione civile e del terzo settore impegnate sul tema.
Un altro aspetto toccato durante la riunione ha riguardato la rendicontazione delle spese che saranno sostenute, e che dovrà essere la più precisa possibile per evitare mancati rimborsi.