La Corte di Cassazione, Sezione 5 con una ordinanza del 29 maggio 2023 n. 15066 ha affrontato il tema delle concessioni a privati su beni demaniali stabilendo due massime di interesse:
La natura demaniale di un bene non è di ostacolo né alla costituzione in favore di privati, mediante concessione, di diritti reali o personali che abbiano ad oggetto la fruizione del bene medesimo, né alla circolazione tra privati di tali diritti, che si atteggiano, nei rapporti privatistici, come diritti soggettivi perfetti, facendo sorgere in capo al concessionario stesso una vera e propria proprietà superficiaria, sia pure di natura temporanea.
In tema di diritto di superficie, non tutti i manufatti insistenti su aree demaniali partecipano della natura pubblica, e dell’inerente qualificazione demaniale, della titolarità del sedime, poiché solo ad alcuni appartiene la natura pertinenziale; ne consegue che, per gli altri, in forza di un implicito diritto di superficie, si deve riconoscere, per esclusione, la qualificazione di cose immobili di proprietà privata fino a tutta la durata della concessione.