Locatelli: “Definire meglio il reato di abuso d’ufficio. Ecco le proposte dell’Anci”
Il vicepresidente Anci ha consegnato alla Commissione un documento in cui Anci propone due emendamenti: delimitare la responsabilità del sindaco e abrogare la parte normativa della Legge Severino che obbliga il sindaco alla sospensione, in caso di condanna in primo grado“Il tema della responsabilità dei sindaci è un tema generale per il Paese. Oggi sono sovra esposti, bisogna intervenire in questo settore come su altri. Solo in questo modo si potrà migliorare l’azione istituzionale e amministrativa dei primi cittadini e restituire agibilità, certezza e dignità ad un ruolo che negli anni è stato esposto a imputazioni penali troppo spesso infondate”. Lo ha detto il vicepresidente dell’Anci e vice sindaco di Chiuduno, Stefano Locatelli, intervenuto questa mattina all’audizione in Commissione Giustizia della Camera sulla proposta di legge di modifica dei reati di abuso d’ufficio e di traffico di influenze.
“L’Anci – ha spiegato Locatelli – accoglie quindi con favore le proposte di legge che mirano a modificare il reato di abuso d’ufficio, un tema complesso ed essenziale che riguarda tutti i pubblici ufficiali, non solo i sindaci ovviamente, e porrebbe rimedio ad un vulnus rappresentativo e democratico non più tollerabile”.
Il vicepresidente Anci ha inoltre ricordato che “i compiti dei sindaci sono cresciuti negli ultimi anni in modo esponenziale in un contesto di riduzione di risorse umane e finanziarie, in un quadro di regole spesso confuso e contraddittorio. Nell’immaginario collettivo sono i responsabili di tutto, al di là delle proprie effettive competenze, con un eccesso di esposizione e di responsabilità anche in sede giudiziale”.
Durante l’audizione Locatelli ha consegnato alla Commissione un documento dettagliato in cui Anci propone due emendamenti: il primo per delimitare la responsabilità del sindaco, il secondo per abrogare la parte normativa della Legge Severino che obbliga il sindaco alla sospensione, in caso di condanna in primo grado, obbligo non previsto per le altre figure istituzionali locali e nazionali.