Il Presidente Gianguido D’Alberto ha partecipato alla riunione delle Anci regionali con Decaro: chiediamo al Governo 5 miliardi per garantire i servizi essenziali dei Comuni e sostegno ai cittadini delle zone rosse
Affrontati i temi chiave per gestire le criticità della fase uno e porre le basi della ripresa nella fase due. Mangialardi: “Importante un’azione comune”
I presidenti delle venti Anci regionali, coordinati dal presidente di Anci Marche, Maurizio Mangialardi si sono riuniti in videoconferenza con il Presidente dell’Anci, Antonio Decaro, per fare il punto della situazione delle attività svolte dai sindaci e dall’Anci nell’emergenza Coronavirus.
La riunione è servita per mettere a fuoco le proposte che l’Anci presenta compatta al tavolo di confronto con il Governo e con le Regioni.
L’incontro, al quale sono intervenuti anche il presidente del Consiglio nazionale, Enzo Bianco, e il segretario generale, Veronica Nicotra, è stato aperto dalla relazione del coordinatore delle Anci regionali, Maurizio Mangialardi, che ha sottolineato l’importanza e l’efficacia di “un lavoro svolto in collaborazione dagli amministratori locali e dalle articolazioni regionali dell’associazione dei Comuni”.
Nella sua relazione, Decaro è partito dal calcolo della riduzione della capacità fiscale dei Comuni per via dei provvedimenti assunti dal governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria. “Considerato il difficile recupero in prospettiva – ha detto Decaro – il governo deve prendere consapevolezza di una situazione e far fronte, già nel prossimo decreto, alla richiesta di 5 miliardi che gli enti locali hanno avanzato da tempo per garantire i servizi ai cittadini, anche abbandonando per protesta i lavori della conferenza unificata”.
Gianguido D’Alberto ha insistito nel suo intervento sulla necessità di sostenere i comuni che dovranno alleggerire la pressione fiscale perché l’emergenza produce una contrazione delle entrate e in particolare la Tari rischia di essere l’imposta più evasa determinando un grave scompenso economico su un servizio fondamentale e non differibile. Ha segnalato la necessità per i comuni che si trovano nelle zone rosse istituite in seguito ad Ordinanze regionali di avere degli adeguamenti normativi per lavoratori ed aziende che hanno avuto l’impossibilità di lavorare anche se le attività erano in filiere autorizzate, sostegni sui pagamenti e differimenti delle imposte. Sul personale, infine, ha chiesto risorse sui trattamenti accessori e sull’assunzione di personale anche per chi si trova in esercizio provvisorio, dando maggiore autonomia per le procedure”.
Nella riunione molti sindaci – tra loro il presidente di Anci Sicilia e sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il presidente di Anci Veneto e sindaco di Treviso, Mario Conte, e il presidente di Anci Liguria e sindaco di Genova, Marco Bucci – hanno condiviso la necessità di rafforzare sempre più una sinergia istituzionale tra livello nazionale e regionale, perché è ormai evidente il ruolo istituzionale e operativo svolto dai sindaci, attraverso l’Anci, nel risolvere criticità e fronteggiare problemi via via che si presentano in questa complessa situazione. Una particolare attenzione da parte dei presidenti delle Anci regionali è stata posta sui rapporti con le Regioni. Con riferimento al possibile avvio della cosiddetta fase due, è stato ribadito che il ruolo dei sindaci e dei Comuni, in prima linea su molti versanti della ripresa di attività, richiede una capacità decisionale più rapida, uno snellimento degli iter burocratici, strumenti straordinari sulla falsariga di quanto si sta prevedendo per le zone terremotate dell’Italia centrale. Infine, è stata sollecitata un’attenzione specifica sulle misure di sicurezza sanitaria che saranno richieste e il cui impatto finanziario sui bilanci comunali chiederà una specifica riflessione da parte del governo.