“Colgo e accetto l’invito del nuovo presidente dell’Upi Pasquale Gandolfi per una collaborazione istituzionale tra le Province e l’Anci al fine di rimettere al centro della politica italiana i protagonisti dei territori, vale a dire i sindaci in generale e i sindaci che operano all’interno delle Province”. Lo ha detto il presidente dell’Anci e sindaco di Napoli Gaetano Manfredi intervenendo alla giornata conclusiva della 35^Assemblea congressuale Upi in corso di svolgimento a Roma.
“La collaborazione strutturale tra Upi ed Anci è reale e non solo per una consuetudine sviluppata negli ultimi anni, ma proprio perché abbiamo la necessità di fare fronte comune alle esigenze dei cittadini. Dobbiamo essere – ha aggiunto – in grado di elaborare una proposta unitaria e sono assolutamente convinto si possa costruire un’agenda comune partendo dalla collaborazione tecnica tra le due Associazioni”.
“Le funzioni delle città metropolitane sono fondamentali per la realtà degli enti locali – ha detto ancora Manfredi – e dividere le sorti della città dalla realtà metropolitana è molto difficile, per questo credo che una valorizzazione dell’area vasta sia fondamentale. Molto importante poi è evitare che il rapporto con le Regioni sia un po’ ‘alla carta’ e per questo credo che una riforma degli enti locali nel nostro Paese sia fondamentale, dando poteri ai sindaci e ai governatori che guardino con molta attenzione ai servizi dei cittadini, che nel tempo sono cambiati. E questo non significa accentrare i servizi ma distribuirli al meglio”, ha osservato il presidente Anci.
Rispondendo poi alle sollecitazioni di Gianni Trovati del Sole 24 Ore, il presidente Anci si è anche soffermato sui temi della manovra. “Come Anci abbiamo chiesto una serie di cambiamenti, ad iniziare dal ripristino del turnover al 100%, uno dei grandi problemi degli enti locali che in questi anni hanno subito la riduzione numerica e l’invecchiamento dell’età media del personale. Sembra che questo sia stato portato a casa, ma attendiamo gli emendamenti della notte precedente l’approvazione finale”, ha detto Manfredi. Che ha poi richiamato l’attenzione sul tema chiave della riduzione della spesa corrente che si profila con la nuova versione del Patto di Stabilità. “Va fatta una riflessione seria sulle conseguenze dell’applicazione del patto di stabilità sottoscritto dall’Italia e dagli altri Paesi europei. La riduzione del disavanzo significa la riduzione della spesa netta primaria della spesa primaria, in pratica della spesa corrente, che si ripercuoterà sul livello dei servizi offerti ai cittadini”.
In ogni caso, secondo il presidente Anci “questo taglio non può essere indifferenziato, perché Comuni e Province sono le due realtà che hanno tagliato di più la spesa corrente negli ultimi dieci anni e sono già in perfetta linea con gli obiettivi di contenimento a livello nazionale: ognuno faccia la propria parte ma non partendo da oggi ma da quello che è già successo”, ha ribadito.
Infine, Manfredi ha sottolineato l’urgenza di una riforma complessiva della finanza locale. “Ai poteri attribuiti agli enti locali devono corrispondere risorse proporzionate e certe, stabili nel tempo e facilmente esigibili, senza dimenticare la necessità di adeguati meccanismi perequativi. Una riforma è fondamentale anche perché siamo arrivati a fondo scala sulla capacità fiscale degli enti locali: i cittadini chiedono sempre di più, il patto di stabilità ci dice che avremo sempre di meno, alla fine questo sistema collasserà tra pochissimo tempo”, ha concluso il presidente Anci.