Anci e Ifel hanno redatto il documento che è stato inviato ieri ad Arera sulle deliberazioni in materia di nuovi criteri per la tariffa del servizio integrato dei rifiuti e trasparenza nella gestione dello stesso.
Come si legge nel documento, Anci ed Ifel condividono le finalità perseguite dall’Autorità. La scelta dei due profili di intervento testimonia la priorità che l’Autorità intende dare, da un lato, ad una maggior confrontabilità dei costi del servizio ai fini dell’individuazione di “costi efficienti” di esercizio e di investimento e, dall’altro, alla messa a punto di requisiti di corretta informazione – in primo luogo all’utenza finale del servizio – ai fini di una maggiore trasparenza delle condizioni di erogazione e dei fattori determinanti delle richieste di pagamento. Non sono considerati in questa fase i criteri di tariffazione, quindi i meccanismi di riparto dei costi tra gli utenti, problematica che viene evidentemente rimandata ad un momento successivo del processo di regolazione.
Sotto il profilo generale, traspare nell’impostazione di ambedue i documenti la consapevolezza che il settore rifiuti presenta molteplici profili di complessità per ciò che riguarda le criticità gestionali, le competenze e le potenzialità. Le disomogeneità che caratterizzano le gestioni nei diversi territori e la diseguale disponibilità di informazioni disaggregate sono fattori che conducono a delineare un processo di regolazione in grado di seguire percorsi non uniformi sull’intero territorio, principio che i documenti in esame riprendono in più parti sulla base di concetti di “gradualità” e “asimmetria”.
Le principale riserve che sono formulate nel documento inviato ieri all’Autorità fanno riferimento a taluni aspetti dei documenti in esame e attengono, in definitiva, al rischio che diversi elementi di rilievo possano non essere considerati adeguatamente in termini di rischi connessi alla transizione da un sistema caratterizzato da opacità e differenziazioni molto marcate, ad un sistema più trasparente ed uniforme. Anci sottolinea, a tale proposito, l’assoluta esigenza di assicurare una transizione che non metta in questione la coerenza, anche giuridica, del percorso di formazione dei Piani finanziari e del conseguente impianto tariffario per il 2020, percorso che è per molti enti già avviato, in considerazione del termine ordinario di approvazione dei bilanci locali fissato dalla legge al 31 dicembre dell’anno di riferimento e il cui rispetto è da qualche tempo condizione per poter godere di importanti semplificazioni nelle procedure di spesa.
In relazione a questa preoccupazione, oltre ad una riflessione sui tempi di attuazione dei primi atti della regolazione, si sottolinea la necessità che gli atti stessi evidenzino con chiarezza gli elementi prescrittivi che l’Autorità richiede agli attori coinvolti, distinguendoli esplicitamente da quelli di carattere informativo o di raccomandazione.