“Oltre alle evidenti difficoltà inflazionistiche che stanno colpendo le famiglie e il sistema delle imprese, anche il comparto degli enti locali, fondamentale per l’erogazione dei servizi ai cittadini, sta accusando una notevole difficoltà nel mantenere gli equilibri dei bilanci per l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. Per questo chiediamo che arrivi un incremento sulla parte corrente del sostegno per far fronte a tali aggravi: serve uno stanziamento di almeno 550 mln. di euro, a fronte di costi energetici ordinari stimabili tra i 1.600 e i 1.800 mln. di euro”. Lo ha evidenziato Alessandro Canelli, delegato alla Finanza locale, presidente Ifel e sindaco di Novara, intervenuto davanti alle Commissioni Ambiente ed Attività produttive della Camera nell’ambito dell’esame del decreto ‘Energia’.
Canelli, pur definendo “un importante segnale di attenzione la proroga al 2022 dell’utilizzo dei fondi erogati tra il 2020 e il 2021 per finalità emergenziali e non impegnati, con le stesse condizioni procedurali adottate nel 2021”, ha ricordato che dl “Energia” recepisce solo alcune istanze avanzate dall’Anci negli ultimi mesi.
“Siamo preoccupati anche perché i Comuni in questa fase stanno predisponendo le candidature legate all’attuazione del Pnrr che nella maggior parte dei casi prevede investimenti strutturali e riqualificazioni su scuole, asili, ed infrastrutture sociali. Sono tutti investimenti – ha spiegato – che prevedono quadri economici superati quotidianamente o settimanalmente dall’aumento dei prezzi dei materiali: questo ci ingabbia nella nostra attività già condizionata dalla carenza di personale e dai tempi strettissimi per la messa a terra delle misure approvate dal governo”.
Secondo il sindaco di Novara, senza un adeguato sostegno per i bilanci previsionali, l’alternativa nella gestione della partita energetica, coi Comuni impegnati a pagare non solo pubblica illuminazione ma anche il riscaldamento di scuole, palazzetti e edifici pubblici, sarà drastica: “Dovremo alzare le tariffe o le imposte dove è possibile, oppure non resterà che ridurre i costi per i servizi in altri settori e questo ricadrà negativamente sui cittadini in un modo o nell’altro”.
Il delegato Anci ha evidenziato che a “fronte di un quadro economico aleatorio e magmatico, le risorse che ci sono state affidate, pari a 200 milioni per i Comuni e 50 per i Comuni metropolitani, oltre a 50 milioni per l’incremento dell’imposta di soggiorno ed alcune misure per i Comuni in predissesto, sono fortemente deficitarie rispetto alle esigenze di tenuta dei bilanci”.
Uno scenario che deriva non solo dall’aumento dell’energia elettrica ma anche “dall’aumento dell’accantonamento obbligatorio per il fondo di dubbia esigibilità che incide sulla parte corrente dei bilanci depauperandoli, mentre dobbiamo far fronte all’aumento del Ccnl del pubblico impiego che pesa per 950 milioni di euro. Tutte queste cose – ha concluso Canelli – per il bilancio previsionale di un Comune sono la tempesta perfetta, avremo gravi difficoltà a tenere gli equilibri di bilancio solidi durante il 2022″.