“Quanto vissuto nel biennio fondamentale del Covid e l’effetto che ha prodotto, dovendo disincentivare al massimo le occasioni di stare insieme nei luoghi pubblici, non solo ci ha segnato tutti ma ha fatto sì che i temi legati alla costruzione della comunità siano entrati in ‘un cono d’ombra’. Per questo credo che questa iniziativa, con la pubblicazione dell’attività svolta in questi anni sui Beni Comuni, è molto importante e strategica per rilanciare il tema nel mondo dei sindaci”. Lo ha detto il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra intervenendo al convegno ‘La cura dei beni Comuni tra teoria e prassi. Un’analisi interdisciplinare’ che si è svolto in Anci. L’incontro è stata l’occasione per presentare il Volume di sintesi dei primi due anni di attività e ricerca dell’Osservatorio dei Beni Comuni, promosso da Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione Con il Sud, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e coordinato dall’ANCI. (Il Volume presentato)
“Il tema dei Beni Comuni è sentito presso gli amministratori locali ma non è centrale nella loro considerazione, come accadeva fino a qualche anno fa. La lettura di questo volume stimola il confronto non solo dal punto di vista accademico”, ha aggiunto Nicotra. “Da ex studiosa posso affermare che tutti i beni sono tendenzialmente comuni, ma quello che discrimina è la tipologia di attività che si svolge su di essi e bisogna capire quali sono le caratteristiche che fanno diventare comune questo bene. Ma credo che questo non si possa cristallizzare in una tipologia di attività ferma nel tempo: è il bello del diritto, una materia molto in evoluzione”.
Ma per il segretario generale è altrettanto importante la ricaduta operativa del progetto. “A noi serve perché servono le buone pratiche e serve il confronto con le eccellenze da diffondere il più possibile presso le amministrazioni locali”. Per questo Nicotra ha auspicato un prosieguo dell’attività fin qui svolta. “Vogliamo dare continuità all’iniziativa che vede nell’Anci, nello spirito del suo mandato istituzionale, come una sede di collegamento strategica rispetto ai Comuni. Ma vorremmo anche continuare a far vivere l’Osservatorio dei Beni comuni e proseguire il lavoro con il mondo accademico e le Fondazioni che hanno creduto ed investito in questa attività. Attraverso queste sinergie sono sicura potremmo raggiungere importanti risultati”, ha concluso.
Da parte sua Annalisa D’Amato, Responsabile Welfare, Politiche Sociali e Salute, Riforme istituzionale dell’Anci ha ricordato “che la categoria dei beni comuni ha essenzialmente una dimensione urbana. La ricerca evidenzia come la stessa elaborazione concettuale della nozione dei beni comuni è molto sofferta toccando spesso istituti giuridici delicati come quello della cura e dell’interesse generale. Ma nonostante l’assenza di una definizione legislativa univoca, i Beni Comuni – ha osservato – vivono nei regolamenti comunali attraverso diverse declinazioni e prassi amministrative diversificate”.