Documento conclusivo convegno Capraia 7-8 ottobre _241011_110738
“Anci e Federparchi sono da subito disponibili a lavorare in un tavolo stabile di confronto al Ministero dell’Ambiente, per condividere nella definizione delle nuove norme le migliori esperienze condotte sul territorio e le istanze dei territori, oltre a promuovere una governance partecipata delle Aree marine protette. Perché solo con una governance forte e condivisa si potranno raggiungere gli obiettivi di conservazione e garantire un futuro sostenibile per i mari italiani e le comunità che da essi dipendono”. E’ quanto emerge dal documento condiviso emerso dalla due giorni di lavori organizzata da Anci all’isola di Capraia per discutere e confrontarsi sul tema delle aree marine protette e del rapporto con i Comuni che le abitano.
Un evento che ha registrato una rilevante partecipazione di sindaci, vertici dei parchi, associazioni, esperti e che si è chiuso con una sessione importante che ha registrato la partecipazione, tra gli altri, del presidente di Anci Nazionale Roberto Pella, collegato da remoto, del sottosegretario del Ministero dell’Ambiente Claudio Barbaro e del comandante generale del Corpo delle capitanerie di Porto-Guardia Costiera Nicola Carlone.
“Anci ha avviato la Comunità dei Parchi per dare spazio ad una riflessione e confronto che ha impegnato tante Anci regionali – ha detto il presidente Pella – e credo che sia importante un confronto strutturato con il Ministero, che ringrazio per quanto sta facendo, per valorizzare l’importante bagaglio di competenze dei Comuni.
“Nel corso dell’audizione in Commissione Ambiente lo scorso 10 settembre – ha proseguito il presidente di Anci – abbiamo avuto l’opportunità di apprezzare il lavoro del Senato sulla modifica alla legge quadro sulle aree protette, a partire dall’allineamento delle aree protette regionali a quelle nazionali, con un sistema di finanziamento nazionale dedicato anche al sistema dei parchi regionali. Un aspetto che i Comuni ritengono fondamentale”. Da parte nostra – ha concluso Pella – come Anci ci siamo per collaborare e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che ci chiede anche l’Europa”.
È un primo momento di confronto concreto saranno gli Stati generali delle aree protette, che si terranno a fine novembre a Roma; evento annunciato proprio dal sottosegretario Barbaro. “Un’occasione dove potremo discutere i temi del documento condiviso oggi – ha spiegato il direttore di Anci Toscana Simone Gheri – che contiene la sintesi delle nostre richieste e che per noi è una fondamentale base di confronto”. In particolare, come ha sottolineato il coordinatore nazionale Anci dei Comuni delle aree naturali protette Antonio Di Santo, sono necessari “incentivi economici e meccanismi stabili di finanziamento adeguati alla gestione e la sorveglianza delle aree protette e il ripristino degli ecosistemi degradati, per arrivare a creare delle vere e proprie reti ecologiche marine”.
Nel documento conclusivo della due giorni di lavori si sottolinea, in particolare, che “le Aree marine protette e i Parchi nazionali con estensione a mare giocano un ruolo cruciale nel mantenere in equilibrio il turismo di qualità, la pesca sostenibile e le attività di ricerca scientifica. È fondamentale continuare a investire su queste aree, favorendo la rigenerazione degli stock ittici e creando un modello di sviluppo che sia in linea con i principi di sostenibilità economica e ambientale. La revisione della Legge n. 394/1991, attualmente in discussione in Senato, rappresenta un’opportunità cruciale per rafforzare la gestione delle aree marine e dei parchi nazionali. I sindaci, insieme ai rappresentanti degli enti di gestione dei territori protetti, esprimono il loro sostegno a una riforma che includa governance più solida e stabile, innovazione tecnologica e miglioramento gestionale, anche con snellimenti procedurali per la realizzazione dei progetti, ad iniziare da quelli Pnrr, spesso rallentati da pratiche burocratiche non coerenti”.
Il testo rimarca, inoltre, come sia “evidente che occorrerà anche ragionare su risorse stabili e adeguate da destinare a questi territori per la gestione operativa e infrastrutturale, oltre che per il personale e le attività di sorveglianza”. Ciò è possibile ricorrendo anche a meccanismi di fiscalità agevolata e dedicata per le comunità che scelgono di preservare beni naturali di valore collettivo, valorizzando i servizi ecosistemici che queste aree offrono. Serve anche potenziare la sorveglianza rivedendo il sistema sanzionatorio, per allineare le normative ai contesti attuali. Sarà indispensabile anche un cambio di passo e di cultura a livello territoriale, per integrare ai diversi livelli i piani di governo del territorio integrati con gli strumenti di pianificazione e di regolamentazione delle aree naturali protette limitando il consumo del suolo e per un uso responsabile delle risorse naturali”.