Intervenire al più presto sulla gestione della fauna selvatica per evitare una ulteriore diffusione della peste suina. Lo ha chiesto l’Anci intervenuta in audizione davanti alle Commissioni Sanità e Agricoltura del Senato. L’Associazione si è appellata alla sensibilità dei senatori affinché valutino con attenzione la richiesta di uniformare e aggiornare le norme che regolano la gestione della fauna selvatica per prevenire il rischio di ulteriore diffusione della peste suina.
L’Associazione ha quindi chiesto alle commissioni del Senato che in sede di conversione del decreto legge n. 9/22 sia inserita una modifica all’articolo 19 della legge 157 del ’92. La proposta di modifica è stata definita all’interno di un gruppo di lavoro avviato dall’Anci del quale fanno parti sindaci e amministratori rappresentanti dell’intero territorio nazionale e condivisa tecnicamente con l’Ispra e diverse regioni. La misura è ritenuta necessaria per assicurare gli interventi di contenimento della diffusione del cinghiale in ambito urbano dove si concentrano gli animali in sovrannumero con conseguente grave rischio di contagio.
Ricordando che la legge 157 è rivolta solamente all’ambito agrosilvopastorale, l’Anci ha auspicato che, mantenendo la competenza della pianificazione in capo alle Regioni e il coordinamento Isprasecondo, si proceda a modificare le norme poiché la presenza di cinghiali in ambito urbano determina ormai da diverso tempo anche problemi gravi di sicurezza e incolumità. Una seconda modifica richiesta riguarda il supporto operativo al personale di Regioni e Province per le operazioni di gestione delle attività di controllo. In questo caso occorre ampliare la platea dei soggetti autorizzati a svolgere il ruolo di coadiutori con personale qualificato da corsi riconosciuti dall’Ispra.
Davanti ai commissari l’Anci ha inoltre ribadito come nel pieno di una grave crisi pandemica per la specie suina il rischio concreto è che la diffusione della peste suina oltrepassi i confini delle zone rosse liguri e piemontesi, con gravissimo pregiudizio per le attività economiche, allevamenti e aziende di produzione che potrebbero subire danni nell’ordine di miliardi di euro. Da qui l’appello ai senatori affinché sostengano e facciano propria la proposta Anci in sede di conversione del decreto, al fine di scongiurare l’aggravarsi di una situazione che rischia di minare un pezzo importante dell’economia del nostro Paese .