L’ANBSC rende disponibili più di tremila unità immobiliari
Il consiglio direttivo dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) ha approvato i criteri per la predisposizione del primo bando per l’assegnazione diretta al Terzo settore di beni immobili confiscati in via definitiva. «Arriverà in una quindicina di giorni, al massimo entro metà giugno», racconta il direttore dell’Anbsc, Bruno Frattasi in un’intervista al quotidiano online “Avvenire”. Potrebbe interessare un «consistente numero di beni che si stima, al momento, superiore alle 2-3mila unità immobiliari».
Gli enti e le associazioni interessati potranno presentare ora progetti di funzionalizzazione e di recupero dei beni confiscati in relazione a cinque aree tematiche, che vanno dal sociale, alla ricerca e occupazione, dalla salute e la prevenzione alla cultura e alla sicurezza e legalità.
Un passo importante, quindi, per valorizzare la capacità propositiva dei soggetti appartenenti al Terzo settore, nell’ottica della sussidiarietà e di solidarietà che sono tra i valori ispiratori della normativa sui beni confiscati alle mafie.
Una clausola preferenziale è prevista, in ogni caso, per quelle iniziative progettuali in materia di welfare sociale sostenute da Amministrazioni locali con una partnership che preveda anche la disponibilità ad acquisire la proprietà del bene.
Per quanto riguarda i finanziamenti, il bando prevede che ai progetti maggiormente meritevoli possa essere garantito un contributo fino a cinquantamila euro, a valere sulle risorse dedicate dalla ultima legge di Bilancio che ha stanziato per il triennio 2020-2022 un milione di euro per ciascuna annualità.
«Abbiamo applicato una recente norma del Codice Antimafia- spiega Frattasi – ed è indirizzata a tutti i soggetti del terzo settore che potranno portare i loro progetti per scopi sociali, come consultori, centri per disabili, per il disagio giovanile, ma anche per scopi culturali. Il bando, continua Frattasi, prevede criteri e condizioni di ammissibilità che andranno verificate nel merito, ma anche dal punto di vista della sostenibilità finanziaria.
Il nostro contributo, dice il direttore, oltre al bene immobile messo a disposizione, consisterà anche di somme in denaro già finanziate per questo triennio».