Secondo i giudici della quinta sezione del Consiglio di stato ( sentenza 10252/2024) La regolazione degli orari delle sale da gioco non può considerarsi viziata da deficit di istruttoria o di motivazione soltanto perché il numero dei giocatori ludopatici non sia in assoluto elevato, poiché ciò che massimamente va considerato è la tendenza registrata nel periodo considerato, la quale, da sola, induce allarme negli enti pubblici preposti alla tutela della salute e giustifica, pertanto, l’adozione di misure restrittive. (1).
Per i giudici di Palazzo Spada, inoltre, L’interesse pubblico alla tutela della salute deve ritenersi prevalente su quello economico dei gestori delle sale gioco, per cui l’eventuale riduzione degli introiti di questi ultimi, dipendente dalla riduzione dell’orario di funzionamento degli apparecchi di gioco e di apertura delle sale gioco, che non sia tale da determinare la chiusura di tali attività, è da considerare proporzionale allo scopo e tale da contemperare gli interessi in conflitto, che, in ogni caso, hanno una diversa tutela. (2).
In conclusione, i giudici amministrativi di secondo grado chiariscono che Il diverso trattamento, quanto a orari di apertura, riservato al casinò municipale di Venezia, rispetto alle sale da gioco e alle sale bingo trova la propria giustificazione nella speciale disciplina a cui il medesimo è soggetto giacché agli operatori della casa da gioco è consentito allontanare i giocatori ritenuti dei casi “patologici” anche su segnalazione dei familiari. (3).
(1) Conformi: Cons. Stato, sez. V, 26 settembre 2022, n. 8240; sez. I, parere 6 settembre 2021, n. 1439.
(2) Conformi: Cons. Stato, sez. V, 4 marzo 2024, n. 2116; 20 febbraio 2024, n. 1670.
(3) Non risultano precedenti negli esatti termini
Fonte: www.giustizia-amministrativa.it