“La legge ‘Realacci’ per i piccoli Comuni rappresenta certamente un valore aggiunto nel nostro ordinamento ma ad oltre due anni dalla sua approvazione necessita di una forte accelerazione”, dichiara Massimo Castelli, coordinatore nazionale Anci piccoli Comuni e sindaco di Cerignale.
“I contenuti e i principi fissati nella legge 158 del 2017, qualora pienamente attuati, consentirebbero quel sostegno alla valorizzazione dei territori che tutti oggi sembrano riconoscere necessaria in tempo di Coronavirus. Qualità della vita, prodotti a km 0, spazi sconfinati tutti da vivere ma non solo nel fine settimana, storia, cultura, identità locali ma anche buone pratiche di innovazione e di uso razionale delle risorse, caratterizzano il 54% del territorio nazionale amministrato dai piccoli Comuni ma oggetto però da troppi anni di uno spopolamento che sembra inarrestabile”.
“L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo – sottolinea Castelli – ci obbliga una volta per tutte a ripensare le politiche del territorio, non abbiamo più tempo da perdere per frenare la progressiva scomparsa di mezza Italia. Per questi motivi sarebbe paradossale non potersi avvalere almeno per il 2020 di un fondo già previsto e finanziato nella legge 158 proprio per lo sviluppo strutturale economico e sociale dei piccoli Comuni. Fondo che dal 2017 ad oggi ha accantonato circa 85 milioni di euro ma è ancora del tutto inutilizzato. Non ce lo possiamo permettere”.
“Come non ci possiamo permettere – prosegue – che si crei sempre più una Italia a due velocità, quella dei Frecciarossa e della banda larga da un lato e quella delle corriere e delle strettoie della connessione internet e della telefonia fissa e mobile dall’altro, come emerso clamorosamente in questo lungo tempo di quarantena”.
“Come Anci abbiamo proposto un emendamento per sbloccare urgentemente per il 2020 tutte le risorse disponibili per i piccoli Comuni e dare ossigeno alla ripresa socio economica di questi territori, combattendo lo spopolamento, a beneficio dell’intero Paese. Per gli anni a venire resta ferma – conclude il coordinatore piccoli Comuni – la necessità di rifinanziare adeguatamente la legge con un fondo da rendere strutturale, che vada ben oltre i 25 milioni di euro annui di cui ad oggi è dotata tra l’altro solo fino al 2023”.