Un anno dalla tempesta VAIA: una grande occasione sprecata per migliorare la gestione dei fiumi italiani?
Un anno fa la tempesta VAIA devastava il Nord-Est italiano. Molte energie, risorse economiche e parole sono state spese in questi mesi. L’anniversario è l’occasione per un primo bilancio: cosa abbiamo imparato da questo disastro? Come ha cambiato il nostro modo di gestire il territorio?
Forse abbiamo più consapevolezza che i cambiamenti climatici in atto stanno trasformando, ora, e in modo drammatico, il mondo in cui viviamo, che dovremo fare i conti sempre più di frequente con eventi meteorologici estremi. Forse, in parte, cominciamo a capire che gli effetti negativi di questi eventi sono pesantemente acuiti dalla massiccia artificializzazione che ha caratterizzato negli ultimi decenni il nostro Paese e che ha causato un diffuso e grave aumento del rischio, particolarmente elevato lungo il corso di molti fiumi.
Ma a giudicare dal tipo di azioni che si stanno mettendo in campo e dalle dichiarazioni di molti autorevoli soggetti coinvolti, che ripropongono soluzioni già dimostratesi fallimentari, VAIA non è servita a farci capire che serve un mutamento radicale nella maniera di gestire il territorio.
In questi giorni si vedono escavazioni in alveo realizzate in assenza di una attenta misurazione della quantità di materiale che si può asportare senza creare gravi danni più a valle, opere idrauliche ricostruite esattamente dov’erano senza valutare se ci siano alternative più efficaci, appelli a rimuovere vegetazione dai fiumi senza valutare se questo riduca davvero il rischio o invece lo aumenti, una corsa a cementificare ulteriormente il territorio, derogando dalla normativa per la tutela ambientale e anche dalla pianificazione a scala di bacino, e quindi da una seria valutazione di costi e benefici.
Ma più tutela ambientale e minor rischio di alluvioni non sono necessariamente in contrasto tra loro. E non esistono soluzioni valide “a priori” in qualunque contesto.
È indispensabile valutare caso per caso, alla scala adeguata, applicare soluzioni diverse e talvolta opposte a quelle utilizzate in passato: dobbiamo restituire più spazio ai fiumi dove possibile, soprattutto laddove gli eventi estremi ci dimostrano che ne abbiamo tolto troppo, ristabilire la continuità per i sedimenti, rimuovere la vegetazione solo dove necessario, abbattere le opere inutili o dannose e ammodernare quelle necessarie. Interventi e modalità di gestione diversi sono possibili e già applicati con successo in molti contesti, anche italiani.
Un evento estremo come VAIA e l’attenzione ai territori colpiti che ne consegue è un’occasione fondamentale per non commettere nuovamente gli stessi errori, invertire la tendenza e restituire ai cittadini fiumi più sicuri, più belli, più ricchi di biodiversità: non possiamo permetterci di sprecarla.