“L’aumento dell’Iva è senza dubbio un rischio da scongiurare, un imperativo per un Paese che ha bisogno di rimettersi in piedi, di tornare a correre senza lasciare indietro nessuno. Ma sicuramente questo rischio non si scongiura usando i Comuni italiani come dei bancomat. È stato fatto già troppe volte negli anni e i bilanci degli enti locali ne portano ancora indelebili i segni: dal turn over bloccato che li ha impoveriti del necessario personale per portare avanti gli investimenti e per garantire i servizi, al contributo per il risanamento della finanza pubblica, quantificato nella cifra monstre di 12 miliardi in pochi anni. Per non dire di quando, solo un anno fa, abbiamo dovuto scongiurare in extremis il furto con destrezza in parlamento, delle risorse destinate alle periferie delle città. Questa volta non possiamo essere ancora noi a pagare i conti. Non mentre i nostri bilanci sono in una condizione di equilibrio precario e non mentre servono, al contrario, investimenti per salvare i piccoli Comuni e rilanciarne la fondamentale funzione di presidio per il nostro Paese, e per rendere più sostenibili e vivibili le città. Questa volta no. I sindaci sono pronti a scendere in piazza”. E’ quanto dichiara Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente Anci.
L’intervento del presidente Anci a Rai News 24
Anche i sindaci fanno sentire la loro voce. Il sindaco di Reggio Calabria e delegato Anci al Mezzogiorno, Giuseppe Falcomatà dichiara all’Ansa che è “giusto l’approccio del Governo che, in queste ore, si sta confrontando sul testo della manovra per scongiurare l’ipotesi di aumento dell’Iva, ma a pagare non possono essere i Comuni. Penalizzare gli Enti locali sarebbe un colpo mortale al welfare del Paese”.
“Si rischia di fare cassa, come spesso è avvenuto in passato – prosegue Falcomatà – a discapito di servizi essenziali che i Comuni già garantiscono con mille difficoltà, alle prese con bilanci sempre più risicati e ingessati da continui tagli e decurtazioni. Condivido le preoccupazioni sollevate dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, che questa mattina ha lanciato l’allarme sull’ipotesi di un ulteriore taglio agli Enti locali. E’ corretto lavorare per evitare l’aumento dell’Iva per sostenere i salari e i consumi, ma è impensabile che a caricarsi di questo fardello possano essere i Comuni, primo avamposto democratico sui territori, che avrebbero invece necessità di sostegno e di investimenti .
Condivide la preoccupazione dei primi cittadini anche la presidente di Anci Venero, Maria Rosa Pavanello. ”La preoccupazione del presidente Decaro su possibili tagli ai Comuni per far quadrare la manovra – dice – è una preoccupazione che condividiamo anche a livello territoriale qui in Veneto. La riduzione trasferimenti metterebbe in enorme difficoltà le amministrazioni comunali, che già hanno poche risorse a disposizione e fanno fatica a chiudere i bilanci. Per questo il nostro no a questa ipotesi deve arrivare chiaro e forte e si unisce a quello dell’Anci Nazionale”.
”Qualche settimane fa ad un convegno ho sottolineato come molti Comuni, in questi anni, hanno sofferto per i continui e costanti tagli da parte del Governo che hanno ridotto al lumicino la possibilità di fare investimenti e programmare l’attività amministrativa con una visione di lungo periodo”. ”Per questo lanciamo un appello al Governo – conclude Pavanello – perché non tocchi le risorse dei Comuni che sono il tessuto connettivo del Paese e soprattutto l’ente più vicino ai cittadini e svuotandoli di risorse si danneggiano comunità e territori”, conclude.