“Sono commosso nel vedere tutte queste fasce tricolore in quest’Aula. E a nome dei sindaci voglio esprimere grande apprezzamento per la presenza a quest’incontro del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La ringraziamo, e siamo felici della sua partecipazione, testimonianza dell’attenzione del governo nei confronti dei Comuni italiani e delle istanze di noi sindaci. Attenzione che in questi mesi si è concretizzata in pratiche di dialogo e di confronto con l’associazione nazionale dei Comuni, e che ha portato alla risoluzione di non pochi problemi”. Così il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, intervenendo alla Camera dei Deputati dove oggi si sono ritrovate, per il quarto anno, 600 fasce tricolori per parlare di beni comuni, alla presenza del presidente della Camera, Roberto Fico e del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L’evento di oggi è il secondo nel giro di pochi mesi. L’autunno scorso, infatti, il presidente Fico aveva incontrato una delegazione di sindaci e di presidenti di Consiglio comunale, con cui si era avviato un percorso di collaborazione che oggi vede la sua seconda importante tappa.
“Noi sindaci – ha detto Decaro citando il discorso di insediamento del Presidente Mattarella – vogliamo partire da quei legami che tengono insieme le nostre comunità, quei legami che tessiamo ogni giorno perché conosciamo bene qual è il prezzo da pagare per uno strappo. Per questo siamo qui con ago e filo, pronti a tessere la grande tela del nostro Paese. Un capitale sociale dal quale dipende il futuro di tutti noi”. “Ed è per questo – ha continuato il presidente dell’Anci – che non posso non sottolineare le difficoltà burocratiche in cui vivono gli oltre 5mila Comuni italiani, luoghi in cui si è a contatto quotidiano con i propri cittadini e con le loro esigenze”.
Parlando poi del tema della giornata, i beni comuni e l’amministrazione condivisa, Decaro ha rimarcato come non ci si possa più accontentare “di confinare il contributo dei cittadini alla gestione partecipata di un piccolo parco o alla rigenerazione di un immobile abbandonato. L’enorme patrimonio di energia virtuosa che viene dal basso, merita di essere canalizzata verso obiettivi più ambiziosi: la pianificazione di politiche complesse di impatto globale. Sta a noi individuarne forme normative e mezzi più adeguati. Oggi – ha continuato – raccontiamo storie di partecipazione, rigenerazione e gestione condivisa dei beni comuni scritte nei Comuni con i cittadini, veri attori dei nostri territori, sono tante e diverse”. “Per comprendere cosa fa di un bene comune una reale risorsa per la comunità – ha poi spiegato Decaro – occorre partire dall’assunto base per cui un bene comune spesso viene identificato come un bene di nessuno. Al contrario, la lezione più grande che possiamo condividere con le nostre comunità è che un bene comune è un bene di tutti: cioè, un bene di cui ognuno può usufruire e alla cura del quale tutti devono contribuire”. “I sindaci vogliono continuare a tessere la tela del nostro Paese- ha quindi concluso – da quale dipende il futuro di tutti noi e quindi delle comunità e di tutto il Paese”. A raccontare le loro esperienze sono stati i sindaci di Torino, Chiara Appendino, di Cosenza Mario Occhiuto, di Firenze Dario Nardella. E ancora il presidente del Consiglio comunale di Napoli, Alessandro Fucito, il sindaco di Civitavecchia, Antonio Cozzolino, il sindaco di Novara Alessandro Canelli, il sindaco di Treviso, Mario Conte il coordinatore piccoli Comuni Anci Massimo Castelli, il primo cittadino di Viterbo, Giovanni Arena, Francesco Italia sindaco di Siracusa e i sindaci di Todi, Antonino Ruggiano, di Oderzo, Maria Scardellato e di Imola, Manuela Sangiorgi.