Il 13 giugno l’Anci ha consegnato alla Commissione speciale del Senato le proposte di modifica per la conversione in legge del DL 55/2018, ovvero le misure urgenti in favore delle popolazioni del terremoto del Centro Italia.
Le proposte Anci, che intervengono sugli aspetti critici del superamento dell’emergenza e per l’avvio celere della ricostruzione, sono frutto di un costante lavoro di rete con le Anci regionali, che hanno garantito il dialogo diretto e coordinato con i 130 Comuni del cratere.
Nel merito degli emendamenti. Anci chiede anzitutto che sia sospeso per tutti i mutui contratti dai Comuni del cratere il pagamento delle rate in scadenza, indipendentemente dal soggetto con cui questo è stato assunto e per l’intero triennio 2018-2020, nonché l’eliminazione del vincolo di bilancio (imposto dalla legge 24 dicembre 2012 n. 228 comma 138), sugli acquisti immobiliari da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
Anci chiede poi una riduzione tempi della valutazione economica che l’Agenzia delle Entrate deve svolgere sulle aree acquisite dagli enti locali dove realizzare le Soluzioni Abitative di Emergenza (SAE) e altre strutture temporanee di uso pubblico. Sempre sulle SAE, si richiede una chiara procedura di esproprio delle aree da destinare alla loro realizzazione, per superare l’incertezza normativa sulla proprietà ed evitare contenziosi giudiziari. Le strutture realizzate andrebbero trasferite ai Comuni sino al termine delle esigenze abitative o produttive di emergenza.
Un altro capitolo degli emendamenti Anci tocca il personale dei Comuni. Infatti si chiede la deroga rispetto alle assunzioni di agenti di polizia locale stagionali, anche per far fronte alle verifiche necessarie sugli aventi diritto alle SAE e su eventuali abusi edilizi nelle zone. Secondo l’Associazione è necessario inoltre un meccanismo di incentivazione per l’assegnazione dei segretari comunali (figura indispensabile per la gestione delle procedure di legge) nelle numerose sedi vacanti. E’ stata fatta richiesta di intervenire sul monte-ore dei permessi degli amministratori, in maniera da consentire loro maggiore presenza sui luoghi delle emergenze. Altra proposta riguarda l’emissione di bandi straordinari di servizio civile nelle zone del sisma.
Sul fronte imprese, per Anci è fondamentale la revisione della soglia di obbligatorietà (SOA), prevista dal Codice appalti, da innalzare da 150mila a 258mila euro, questo perché la maggior parte delle imprese edili operanti nei territori colpiti dal sisma del Centro Italia non è oggi in possesso della SOA. Un tale intervento potrebbe consentire il rilancio del settore dell’edilizia nei territori del sisma.
Una parte degli emendamenti dell’Associazione va incontro alle richieste di più semplice e diretto accesso dei cittadini ai contributi per la ricostruzione. Si propone di inserire un nuovo articolo 7 ter nel DL 189/16, per affrontare e risolvere il problema delle lievi difformità urbanistiche degli edifici privati per i quali è stato richiesto il contributo, prevedendo la possibilità di accedere alla sanatoria dell’art.36 del TUE, a condizione che l’opera sia conforme alla normativa oggi vigente, con il pagamento della sanzione prevista e limitatamente agli incrementi di volume non superiori ai 200 mc, purché consentiti dalla normativa regionale in materia di Piano Casa. Anci chiede il riconoscimento del contributo del 100% per la ricostruzione anche per le pertinenze danneggiate dal sisma e dichiarate inagibili. Infine, gli emendamenti propongono che la defiscalizzazione prevista dal “Sisma Bonus” sia integrata con i contributi della ricostruzione.